BA(L) CONI
di Giorgio Adamo
Corpi sospesi
senza respiro,
cacciatori di aria
fuori stagione
ammassati
per toccare la luce.
Prigionieri
nelle proprie dimore,
sognanti
di varcare il confine
per correre
senza frontiere.
Terrore negli occhi
d’incertezze che palpi,
speranza nel ventre
che la pena sia lieve;
senti il dolore,
ascoltalo bene,
era quello di un altro
che non sapevi provare.
Fanne memoria,
tienilo a mente
l’amaro fra i denti
che non fa capire
il sapore reale
dello zucchero e il sale.
E domani che scendi
oltre quella ringhiera
volgi lo sguardo,
ricorda dov’eri,
cogli il fastidio
della tua condizione
e quando sei salvo
niente distanze,
puoi vestire i tuoi panni
adesso
ritrovando l’orrore.
E governa e impreca,
lotta e poi grida,
lavora e inventa
e desidera e prega
che nessuno,
oltre te,
possa mai più patire
l’universale diritto
di poter respirare.